Parco Ticino

Parco Ticino

(Pagina 5) Gestione e Conservazione Patrimonio Forestale


Il Patrimonio Forestale


Tutte le Aree Protette gestite dall'Ente sono caratterizzate dalla presenza di boschi e foreste che coprono per intero Bosco Solivo o per grandissima parte il Parco del Ticino e il Parco Lagoni di Mercurago. Per questo motivo le funzioni connesse alla gestione forestale sono fondamentali per l'Ente Parco. A seguito di stipula di apposita convenzione con il Settore Politiche Forestali della Regione Piemonte sono stati avviati due Sportelli Forestali, uno a Cameri e l'altro a Mercurago. In tale ambito è stata attuata la gestione di tutte le istanze di taglio boschivo e di taglio alberi non



costituenti bosco all'interno delle 4
aree protette gestite dall'Ente Parchi, che ha comportato oltre all'attività d'ufficio propria dello sportello (procedure autorizzative per via telematica) anche la sistematica effettuazione di sopralluoghi di assegno al taglio (contrassegnatura/martellata) in cui sono state definite le prescrizioni autorizzate da rispettare, con Approvazione Piano di Gestione Forestale del Parco del Ticino, avvenuta con D.G.R. del 2013 n. 15-5563, da parte della Regione Piemonte  del Piano di Gestione Forestale  del Parco del Ticino redatto dall'IPLA Spa di Torino.
    1° Gli interventi di miglioramento forestale sono stati svolti sia in ambito di compensazione ambientale su 21 ha di terreno boscato di proprietà del Comune di Borgo Ticino, all'interno della Riserva Naturale di Bosco, che su 0,5 ha di terreno boscato di proprietà privata, all'interno del Parco Naturale di Mercurago.
    2° Sono stati svolti anche interventi di rafforzamento e reintroduzione di specie vegetali rare legate ad habitat di torbiera del Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago.
   3°L'attività legata agli interventi di monitoraggio per la gestione dei boschi  è fondamentale ed è stata condotta attraverso due iniziative specifiche:
   3.1  il monitoraggio floristico-vegetazionale è stato attuato nelle brughiere di Parco Naturale dei       Lagoni di Mercurago finalizzato a definire  la loro gestione ottimale conservazionistiche  e paessaggistiche.
   3.2  il monitoraggio fenologico di betulla (Betula pendula) e nocciolo (Corylus avellana) nell'ambito della Rete Fenologica Forestale attraverso il Programma di ricerca promosso dalla Regione Piemonte a cui l'Ente Parchi ha aderito nel 2009,
 Collaborazioni con altri Enti che, a vario titolo, attuano iniziative finalizzate a migliorare gli ecosistemi forestali hanno permesso la gestione  ottimale delle aree boscate. In questo ambito, oltre a proseguire le attività in essere, ne sono state attivate altre:
  4  Il programma di ricerca Con.Eco,For. (Controllo Ecosistemi Forestali) promosso e coordinato dal Corpo Forestale dello Stato, la Collaborazione con il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte nell'attuazione  della lotta biologica al cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus) e la Collaborazione con il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte nell'attuazione del monitoraggio e della lotta a nuovi insetti parassiti con l'avvio del controllo della pullulazione e gli interventi di contenimento del temibile coleottero Popilla japonica in atto nel Parco del Ticino.
  4.1 L'Ente Parchi ha aderito alla nuova richiesta di collaborazione avanzata dal Corpo Forestale dello Stato effettuando il rilievo annuale  di controllo delle chiome nell'area permanente di livello II denominata "PIE2 - Bosco Vedro" ubicata nel Parco Naturale del Ticino ed inviando i relativi dati al Corpo Forestale dello Stato.
  4.2  La  seconda collaborazione si è concretizzata tramite l'effettuazione di lanci del parassitoide Torymus sinensis, nel Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago, nella Riserva Naturale di bosco Solivo e nel Parco Naturale del Ticino  e nel successivo prelievo di materiale vegetale (galle) fornito al Settore Fitosanitario per monitorare l'efficacia della lotta biologica. I recenti risultati del monitoraggio sono stati positivi: il parassitoide si sta sempre più diffondendo e ciò contribuisce in modo efficace  alla ripresa vegetativa del castagno che, a partire dal 2014 risulta apprezzabile.
  4.3  La terza collaborazione nasce dall'accertata presenza rilevata, a partire dalla metà di luglio 2014, lungo la valle del Ticino di un insetto originario dell'Estremo Oriente che risulta essere un terribile parassita di numerose specie vegetali: il coleottero giapponese (Popilla japonica). Ne è stata accertata la presenza nel Parco Naturale del Ticino Piemontese nei territori compresi tra Pombia e Galliate e nel Parco Naturale del Ticino Lombardo nei territori di Turbigo, Robecchetto e Nosate. Nel 2015 è continuato il monitoraggio che ha consentito di accertare la diffusione  dell'insetto anche al di fuori dell'are parco. Questo insetto è incluso nella normativa fitosanitaria europea (Direttiva 2002/89/CE, Parte A - Allegato 2) che comprende gli organismi di quarantena di cui si deve evitare l'ulteriore diffusione in Europa. Il ritrovamento di Popillia japonica  nella Valle del Ticino costituisce  la sua seconda comparsa nel contenitore europeo, successiva è quella nelle isole Azzorre (Portogallo).
 Gli adulti, simili a dei piccoli maggiolini, attaccano e provocano erosioni spesso ingenti su foglie, fiori e frutti di piante erbacee, arbustive ed arboree coltivate e spontanee. Inoltre le larve  si nutrono di radici e risultano particolarmente dannose ai manti erbosi.
Nel Nord America questo coleottero risulta dannoso su ben 106 specie vegetali. Tra le specie colpite più comuni si segnalano la fragola, il pomodoro, la vite, la rosa, il pero, il pesco, il mais, la soia, il nocciolo e l'olmo, Considerata l'elevata pericolosità di questo insetto il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte in collaborazione con l'Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore  si è prontamente attivato per monitorare e contenere il più possibile la presenza del parassita.
Popollia japonica
L'azione di contenimento  a partire dal mese di Luglio 2014 è stata attuata con la cattura manuale degli insetti adulti. Nel corso del 2014 nel Parco del Ticino Piemontese sono state posate ed attivate 55 trappole e feromoni che consentono catture massali più efficaci. Nel 2015 le trappole sono passate a diverse centinaia  e l'intervento di raccolta, oltre che dal personale del Parco e da altri volontari, è stato fatto da una ditta esterna incaricata  mediante un finanziamento concesso dalla Regione Piemonte. Gli insetti raccolti sono passati da alcune decine di migliaia di esemplari del 2014 a diversi milioni di esemplari del 2015. La presenza di questo insetto può diventare molto pericolosa per il nostro territorio per cui è stato attivato un gruppo di lavoro che vede impegnati i settori Fitosanitari di Regione Piemonte e Lombardia, le Province, gli Enti del Parco, le Associazioni di categoria degli agricoltori e tanti altri soggetti al fine di programmare gli  interventi  più opportuni per bloccare il diffondersi dell'insetto nel corso del prossimo anno.


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